Trattato di funambolismo
«Il funambolismo non è un’arte della morte, ma un’arte della vita – della vita vissuta al limite del possibile. Ogni volta che mette piede sul cavo, Philippe tiene in pugno quella vita e la vive in tutta la sua esilarante immediatezza, in tutta la sua gioia. Possa egli viverla fino a cent’anni». Paul Auster «Philippe Petit è un artista, e il suo teatro è il cielo». Robin Williams «È un libro bellissimo. Punto. Uno di quei libri che ti cambiano la vita. Lo leggi e non sei più lo stesso. Io l’ho letto diversi anni fa e mi ha colpito moltissimo. È proprio così: lo leggi e non puoi essere più lo stesso. L’equilibrio, come la libertà, non è definitivo, va conquistato e difeso tutti i giorni da quelli che ce lo vogliono fottere, che sono tanti». Vasco Rossi CON UNA PREFAZIONE DI PAUL AUSTER «Ecco un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l’impossibile: camminare dritti incontro al cielo e raggiungere le stelle. Esso mostra l’arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti, o lo spazio fra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine. [...] Ecco un libro sulla paura e la solitudine, un libro sul sogno e la poesia, sulle altezze crudeli e le nobili audacie, sull’equilibrio maestoso e l’immobilità d’un altro mondo, sulla caduta e la morte. Esso evoca un’estasi che sonnecchia nel profondo di ciascuno, uno stato interiore magnifico, come una luce nascosta. Ti rendo omaggio, Philippe, Uomo Fragile del Filo, Imperatore dell’Aria. Come Fitzcarraldo, sei tanto raro e prodigioso che più non si potrebbe: un Conquistador dell’Inutile. E m’inchino con rispetto profondo». Werner Herzog Philippe Petit è un funambolo di fama mondiale, che ha attraversato su un filo la distanza tra le guglie di Notre-Dame, tra le Torri gemelle del World Trade Center, tra altissimi picchi alpini e tra sponde di pericolose cascate. In questo libro Petit ha raccolto l’essenza del funambolismo, un’arte sottile, effimera e ineffabile come l’arte di vivere: l’uomo che sa camminare sulla corda, cammina anche sulla corda metaforica tesa sulle difficoltà quotidiane della vita. Per questo il Trattato di funambolismo è risultato fatalmente un libro sulla vita, poetico e filosofico, ed è subito diventato un caso letterario che ha affascinato artisti e intellettuali di tutto il mondo.
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Trattato di funambolismo
«Il funambolismo non è un’arte della morte, ma un’arte della vita – della vita vissuta al limite del possibile. Ogni volta che mette piede sul cavo, Philippe tiene in pugno quella vita e la vive in tutta la sua esilarante immediatezza, in tutta la sua gioia. Possa egli viverla fino a cent’anni». Paul Auster «Philippe Petit è un artista, e il suo teatro è il cielo». Robin Williams «È un libro bellissimo. Punto. Uno di quei libri che ti cambiano la vita. Lo leggi e non sei più lo stesso. Io l’ho letto diversi anni fa e mi ha colpito moltissimo. È proprio così: lo leggi e non puoi essere più lo stesso. L’equilibrio, come la libertà, non è definitivo, va conquistato e difeso tutti i giorni da quelli che ce lo vogliono fottere, che sono tanti». Vasco Rossi CON UNA PREFAZIONE DI PAUL AUSTER «Ecco un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l’impossibile: camminare dritti incontro al cielo e raggiungere le stelle. Esso mostra l’arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti, o lo spazio fra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine. [...] Ecco un libro sulla paura e la solitudine, un libro sul sogno e la poesia, sulle altezze crudeli e le nobili audacie, sull’equilibrio maestoso e l’immobilità d’un altro mondo, sulla caduta e la morte. Esso evoca un’estasi che sonnecchia nel profondo di ciascuno, uno stato interiore magnifico, come una luce nascosta. Ti rendo omaggio, Philippe, Uomo Fragile del Filo, Imperatore dell’Aria. Come Fitzcarraldo, sei tanto raro e prodigioso che più non si potrebbe: un Conquistador dell’Inutile. E m’inchino con rispetto profondo». Werner Herzog Philippe Petit è un funambolo di fama mondiale, che ha attraversato su un filo la distanza tra le guglie di Notre-Dame, tra le Torri gemelle del World Trade Center, tra altissimi picchi alpini e tra sponde di pericolose cascate. In questo libro Petit ha raccolto l’essenza del funambolismo, un’arte sottile, effimera e ineffabile come l’arte di vivere: l’uomo che sa camminare sulla corda, cammina anche sulla corda metaforica tesa sulle difficoltà quotidiane della vita. Per questo il Trattato di funambolismo è risultato fatalmente un libro sulla vita, poetico e filosofico, ed è subito diventato un caso letterario che ha affascinato artisti e intellettuali di tutto il mondo.
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«Il funambolismo non è un’arte della morte, ma un’arte della vita – della vita vissuta al limite del possibile. Ogni volta che mette piede sul cavo, Philippe tiene in pugno quella vita e la vive in tutta la sua esilarante immediatezza, in tutta la sua gioia. Possa egli viverla fino a cent’anni». Paul Auster «Philippe Petit è un artista, e il suo teatro è il cielo». Robin Williams «È un libro bellissimo. Punto. Uno di quei libri che ti cambiano la vita. Lo leggi e non sei più lo stesso. Io l’ho letto diversi anni fa e mi ha colpito moltissimo. È proprio così: lo leggi e non puoi essere più lo stesso. L’equilibrio, come la libertà, non è definitivo, va conquistato e difeso tutti i giorni da quelli che ce lo vogliono fottere, che sono tanti». Vasco Rossi CON UNA PREFAZIONE DI PAUL AUSTER «Ecco un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l’impossibile: camminare dritti incontro al cielo e raggiungere le stelle. Esso mostra l’arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti, o lo spazio fra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine. [...] Ecco un libro sulla paura e la solitudine, un libro sul sogno e la poesia, sulle altezze crudeli e le nobili audacie, sull’equilibrio maestoso e l’immobilità d’un altro mondo, sulla caduta e la morte. Esso evoca un’estasi che sonnecchia nel profondo di ciascuno, uno stato interiore magnifico, come una luce nascosta. Ti rendo omaggio, Philippe, Uomo Fragile del Filo, Imperatore dell’Aria. Come Fitzcarraldo, sei tanto raro e prodigioso che più non si potrebbe: un Conquistador dell’Inutile. E m’inchino con rispetto profondo». Werner Herzog Philippe Petit è un funambolo di fama mondiale, che ha attraversato su un filo la distanza tra le guglie di Notre-Dame, tra le Torri gemelle del World Trade Center, tra altissimi picchi alpini e tra sponde di pericolose cascate. In questo libro Petit ha raccolto l’essenza del funambolismo, un’arte sottile, effimera e ineffabile come l’arte di vivere: l’uomo che sa camminare sulla corda, cammina anche sulla corda metaforica tesa sulle difficoltà quotidiane della vita. Per questo il Trattato di funambolismo è risultato fatalmente un libro sulla vita, poetico e filosofico, ed è subito diventato un caso letterario che ha affascinato artisti e intellettuali di tutto il mondo.

Product Details

ISBN-13: 9788862202190
Publisher: Ponte alle Grazie
Publication date: 12/31/2010
Sold by: GeMS
Format: eBook
Pages: 129
File size: 326 KB
Language: Italian

About the Author

Nato in Francia, Philippe Petit ha scoperto la magia e la prestidigitazione quando era ancora un bambino e ha mosso i primi passi sul filo a sedici anni. Autodidatta, si è fatto espellere da cinque scuole. Ha imparato a cavalcare, a tirare di scherma, ad arrampicarsi, a disegnare; si intende anche di falegnameria (ha costruito, tutto da solo, un granaio sulle Catskill Mountains utilizzando la tecnica e gli attrezzi dei carpentieri del Diciottesimo secolo) e ha studiato persino l’arte della tauromachia. È sui marciapiedi di Parigi che è diventato un artista di strada, dando vita a quel personaggio folle, brillante e silenzioso con cui ancora oggi intrattiene il suo pubblico. Da oltre trent’anni ormai vive a New York ed è Artist-in-Residence presso la cattedrale di Saint John the Divine, la più grande chiesa gotica del mondo. La sua decennale attività di funambolo conta oltre ottanta esibizioni in tutto il mondo, tra cui la più celebre, al centro di un libro Toccare le nuvole (Ponte alle Grazie, 2003) che nel 2008 ha ispirato un documentario (Man on Wire per la regia di James March), è stata quella tra le Torri gemelle del World Trade Center nel 1974. Nel 2009 Ponte alle Grazie ha riproposto la nuova edizione del suo saggio-cult, Trattato di funambolismo.
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