Boomerang: Perché cent'anni di tecnologia non hanno (ancora) migliorato il mondo
Il boomerang è uno strumento infido: Charlie Brown l’ha provato sulla sua pelle. Ha bisogno di perizia, spazio, tempismo. Richiede una dose di rischio. Non è un gioco, comunque la si pensi. Per questo è una metafora che racconta maledettamente bene il modo con cui abbiamo lanciato negli ultimi cent’anni i nostri percorsi di ricerca, desideri, ambizioni attraverso la tecnologia, in nome di un futuro che assomiglia sempre di più a un’utopia. Questi boomerang hanno viaggiato. Alcuni per distanze e fratture temporali brevissime. Altri stanno compiendo la loro parabola. Altri ancora ricadono – oggi, chissà come e quanto domani – sulla nostra vita, con la fine dell’utopia incisa sul legno del loro dorso. Hanno effetti devastanti per il pianeta. Colpiscono inaspettatamente (mentre dichiariamo di saper prevedere tutto), indistintamente, implacabilmente. Quando li abbiamo lanciati eravamo nel pieno del sogno di crescita, di sviluppo, di possibilità e abbiamo caricato la tecnologia di responsabilità mostruose nel promettere la salvezza per ogni disastro, la cura a ogni malattia, la soluzione a ogni equazione. Tutto era lontano e non ci siamo dati troppa pena delle conseguenze. Ma oggi?
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Boomerang: Perché cent'anni di tecnologia non hanno (ancora) migliorato il mondo
Il boomerang è uno strumento infido: Charlie Brown l’ha provato sulla sua pelle. Ha bisogno di perizia, spazio, tempismo. Richiede una dose di rischio. Non è un gioco, comunque la si pensi. Per questo è una metafora che racconta maledettamente bene il modo con cui abbiamo lanciato negli ultimi cent’anni i nostri percorsi di ricerca, desideri, ambizioni attraverso la tecnologia, in nome di un futuro che assomiglia sempre di più a un’utopia. Questi boomerang hanno viaggiato. Alcuni per distanze e fratture temporali brevissime. Altri stanno compiendo la loro parabola. Altri ancora ricadono – oggi, chissà come e quanto domani – sulla nostra vita, con la fine dell’utopia incisa sul legno del loro dorso. Hanno effetti devastanti per il pianeta. Colpiscono inaspettatamente (mentre dichiariamo di saper prevedere tutto), indistintamente, implacabilmente. Quando li abbiamo lanciati eravamo nel pieno del sogno di crescita, di sviluppo, di possibilità e abbiamo caricato la tecnologia di responsabilità mostruose nel promettere la salvezza per ogni disastro, la cura a ogni malattia, la soluzione a ogni equazione. Tutto era lontano e non ci siamo dati troppa pena delle conseguenze. Ma oggi?
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Boomerang: Perché cent'anni di tecnologia non hanno (ancora) migliorato il mondo

Boomerang: Perché cent'anni di tecnologia non hanno (ancora) migliorato il mondo

by Nicola Palmarini
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eBook

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Overview

Il boomerang è uno strumento infido: Charlie Brown l’ha provato sulla sua pelle. Ha bisogno di perizia, spazio, tempismo. Richiede una dose di rischio. Non è un gioco, comunque la si pensi. Per questo è una metafora che racconta maledettamente bene il modo con cui abbiamo lanciato negli ultimi cent’anni i nostri percorsi di ricerca, desideri, ambizioni attraverso la tecnologia, in nome di un futuro che assomiglia sempre di più a un’utopia. Questi boomerang hanno viaggiato. Alcuni per distanze e fratture temporali brevissime. Altri stanno compiendo la loro parabola. Altri ancora ricadono – oggi, chissà come e quanto domani – sulla nostra vita, con la fine dell’utopia incisa sul legno del loro dorso. Hanno effetti devastanti per il pianeta. Colpiscono inaspettatamente (mentre dichiariamo di saper prevedere tutto), indistintamente, implacabilmente. Quando li abbiamo lanciati eravamo nel pieno del sogno di crescita, di sviluppo, di possibilità e abbiamo caricato la tecnologia di responsabilità mostruose nel promettere la salvezza per ogni disastro, la cura a ogni malattia, la soluzione a ogni equazione. Tutto era lontano e non ci siamo dati troppa pena delle conseguenze. Ma oggi?

Product Details

ISBN-13: 9788823876675
Publisher: Egea
Publication date: 07/01/2014
Sold by: eDigita
Format: eBook
Pages: 1
File size: 388 KB
Language: Italian

About the Author

Nicola Palmarini, dopo la laurea in Scienze politiche alla Cattolica di Milano e corsi in Comunicazione di massa e società alla University of Washington di Seattle, ha lavorato per oltre dieci anni nella comunicazione, ricoprendo diversi ruoli, dal copywriting alla direzione creativa, alla regia. Profondo conoscitore del mondo dei servizi ICT, ha lavorato al lancio del brand Tin.it dal 1997 e si è occupato dell’intero panorama di comunicazione di Microsoft dal 1998. In IBM dal 2000, come leader EMEA della divisione Customer Experience, Branding, Usability e Design ha seguito, a supporto delle HR, del marketing e delle vendite, numerosi progetti di comunicazione digitale interna ed esterna alle organizzazioni, per promuovere la creazione di valore attraverso la collaborazione e i social media. Da oltre quattro anni si occupa di Internet delle Cose guidando diversi progetti di ricerca europei e traducendone l’applicazione dalla possibilità alla realtà nell’ambito delle Smart Cities. Ha creato e lanciato il manifesto «Internet del Pensiero». Oggi lavora tra Milano e Parigi, collabora con diverse università italiane e straniere e dirige a livello europeo l’IBM Human Centric Solutions Center, la divisione IBM – di cui è uno dei fondatori – che si occupa di disegnare visioni e inventare soluzioni basate sulle tecnologie emergenti, con particolare attenzione agli smart-device e alle tematiche sociali, degli anziani, dei beni culturali e della disabilità.
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