Davide e Golia
Tremila anni fa nella valle di Elah ha avuto luogo uno dei duelli più famosi della storia: il giovane pastore Davide, con una semplice fionda e qualche ciottolo, affronta e sconfigge il potente guerriero filisteo Golia, mirabilmente armato. Una vittoria miracolosa, narra la Bibbia; uno scontro in cui chi era partito in apparente svantaggio esce trionfante a dispetto di ogni previsione. Questa, almeno, è la versione dei fatti che è stata tramandata nel corso dei secoli. La vittoria di Davide fu sorprendente, miracolosa: in quelle circostanze non avrebbe dovuto vincere. O invece sì? Siamo sicuri che il racconto di Davide e Golia vada interpretato così? Muovendo dal racconto biblico, da sempre considerato la metafora della vittoria improbabile, in Davide e Golia il giornalista Malcolm Gladwell ci accompagna in un lungo viaggio attraverso confronti ritenuti impossibili, osservando che cosa accade quando una persona normale fronteggia un «gigante», vale a dire una situazione sfavorevole, una disabilità svantaggiosa o una sfida proibitiva. E l'affronta ad armi impari. Che cosa è disposta a mettere in gioco? Quali strategie intende adottare? Deve seguire le regole o l'istinto? Perseverare o rinunciare? L'atto di confrontarsi con situazioni estremamente difficili, ci dice Gladwell, spesso genera il coraggio, la determinazione e la creatività indispensabili per aprire nuove opportunità e rendere possibili cose altrimenti inimmaginabili. E consente anche di vedere i «giganti» con occhi diversi, scoprendo proprio nelle qualità in cui sembra risiedere la loro forza un motivo di grande fragilità. Dalle lotte per i diritti civili nel Sud degli Stati Uniti alle provocazioni dei pittori impressionisti nella Francia della seconda metà dell'Ottocento, dai Troubles dell'Irlanda del Nord all'impegno contro il crimine nella periferia di New York o alla resistenza dei londinesi sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, Davide e Golia racconta storie comuni e straordinarie, che vedono impegnate persone del tutto sconosciute o passate alla storia per le loro incredibili battaglie. Storie di medici coraggiosi, di allenatori di basket visionari, di genitori consumati dal dolore per la morte dei loro figli eppure disposti a impegnarsi per il bene altrui. Storie che ci ricordano come, tremila anni fa, nella valle di Elah fu un proprio un outsider a vincere una sfida all'apparenza impossibile.
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Davide e Golia
Tremila anni fa nella valle di Elah ha avuto luogo uno dei duelli più famosi della storia: il giovane pastore Davide, con una semplice fionda e qualche ciottolo, affronta e sconfigge il potente guerriero filisteo Golia, mirabilmente armato. Una vittoria miracolosa, narra la Bibbia; uno scontro in cui chi era partito in apparente svantaggio esce trionfante a dispetto di ogni previsione. Questa, almeno, è la versione dei fatti che è stata tramandata nel corso dei secoli. La vittoria di Davide fu sorprendente, miracolosa: in quelle circostanze non avrebbe dovuto vincere. O invece sì? Siamo sicuri che il racconto di Davide e Golia vada interpretato così? Muovendo dal racconto biblico, da sempre considerato la metafora della vittoria improbabile, in Davide e Golia il giornalista Malcolm Gladwell ci accompagna in un lungo viaggio attraverso confronti ritenuti impossibili, osservando che cosa accade quando una persona normale fronteggia un «gigante», vale a dire una situazione sfavorevole, una disabilità svantaggiosa o una sfida proibitiva. E l'affronta ad armi impari. Che cosa è disposta a mettere in gioco? Quali strategie intende adottare? Deve seguire le regole o l'istinto? Perseverare o rinunciare? L'atto di confrontarsi con situazioni estremamente difficili, ci dice Gladwell, spesso genera il coraggio, la determinazione e la creatività indispensabili per aprire nuove opportunità e rendere possibili cose altrimenti inimmaginabili. E consente anche di vedere i «giganti» con occhi diversi, scoprendo proprio nelle qualità in cui sembra risiedere la loro forza un motivo di grande fragilità. Dalle lotte per i diritti civili nel Sud degli Stati Uniti alle provocazioni dei pittori impressionisti nella Francia della seconda metà dell'Ottocento, dai Troubles dell'Irlanda del Nord all'impegno contro il crimine nella periferia di New York o alla resistenza dei londinesi sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, Davide e Golia racconta storie comuni e straordinarie, che vedono impegnate persone del tutto sconosciute o passate alla storia per le loro incredibili battaglie. Storie di medici coraggiosi, di allenatori di basket visionari, di genitori consumati dal dolore per la morte dei loro figli eppure disposti a impegnarsi per il bene altrui. Storie che ci ricordano come, tremila anni fa, nella valle di Elah fu un proprio un outsider a vincere una sfida all'apparenza impossibile.
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Tremila anni fa nella valle di Elah ha avuto luogo uno dei duelli più famosi della storia: il giovane pastore Davide, con una semplice fionda e qualche ciottolo, affronta e sconfigge il potente guerriero filisteo Golia, mirabilmente armato. Una vittoria miracolosa, narra la Bibbia; uno scontro in cui chi era partito in apparente svantaggio esce trionfante a dispetto di ogni previsione. Questa, almeno, è la versione dei fatti che è stata tramandata nel corso dei secoli. La vittoria di Davide fu sorprendente, miracolosa: in quelle circostanze non avrebbe dovuto vincere. O invece sì? Siamo sicuri che il racconto di Davide e Golia vada interpretato così? Muovendo dal racconto biblico, da sempre considerato la metafora della vittoria improbabile, in Davide e Golia il giornalista Malcolm Gladwell ci accompagna in un lungo viaggio attraverso confronti ritenuti impossibili, osservando che cosa accade quando una persona normale fronteggia un «gigante», vale a dire una situazione sfavorevole, una disabilità svantaggiosa o una sfida proibitiva. E l'affronta ad armi impari. Che cosa è disposta a mettere in gioco? Quali strategie intende adottare? Deve seguire le regole o l'istinto? Perseverare o rinunciare? L'atto di confrontarsi con situazioni estremamente difficili, ci dice Gladwell, spesso genera il coraggio, la determinazione e la creatività indispensabili per aprire nuove opportunità e rendere possibili cose altrimenti inimmaginabili. E consente anche di vedere i «giganti» con occhi diversi, scoprendo proprio nelle qualità in cui sembra risiedere la loro forza un motivo di grande fragilità. Dalle lotte per i diritti civili nel Sud degli Stati Uniti alle provocazioni dei pittori impressionisti nella Francia della seconda metà dell'Ottocento, dai Troubles dell'Irlanda del Nord all'impegno contro il crimine nella periferia di New York o alla resistenza dei londinesi sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, Davide e Golia racconta storie comuni e straordinarie, che vedono impegnate persone del tutto sconosciute o passate alla storia per le loro incredibili battaglie. Storie di medici coraggiosi, di allenatori di basket visionari, di genitori consumati dal dolore per la morte dei loro figli eppure disposti a impegnarsi per il bene altrui. Storie che ci ricordano come, tremila anni fa, nella valle di Elah fu un proprio un outsider a vincere una sfida all'apparenza impossibile.

Product Details

ISBN-13: 9788852051159
Publisher: MONDADORI
Publication date: 05/20/2014
Sold by: ARNOLDO MONDADORI - EBKS
Format: eBook
File size: 932 KB
Language: Italian

About the Author

About The Author
At the start of the 21st century, a new form of narrative nonfiction emerged, blending science, sociology, and pop culture into a compulsively readable hybrid genre marked by originality, accessibility, and a breezy, anecdotal style. As much as any single writer, and perhaps more than most, journalist and bestselling author Malcolm Gladwell has helped to forge that genre.

Born in the U.K. and raised in rural Canada, Gladwell stumbled into journalism purely by accident. After college, he wanted to pursue a career in advertising; but when he was unable to find work in that field, he took a job with the conservative U.S. monthly The American Spectator. In 1987, he joined The Washington Post, where he reported on business and science for nearly a decade. Then, in 1996, Tina Brown hired him to work for The New Yorker. (Brown left the magazine in 1998. Gladwell is still on staff.)

Almost from the beginning, Gladwell's work for The New Yorker attracted attention. Of particular interest was a piece he wrote in June 1996 about a mysterious and dramatic drop in the New York City crime rate. Drawing its title -- and its argument -- from the field of epidemiology, "The Tipping Pont" described a single moment in time when the momentum for change becomes virtually unstoppable. The piece generated an enormous reader response, and Gladwell began to explore the applications of the principle to other sorts of changes -- ideas, behaviors, new products, etc. In 2000, he published a full-length book that reached a tipping point of its own and logged a spectacular 28 weeks on the New York Times bestseller list.

In subsequent books, Gladwell has delved into other thought-provoking topics, such as the role of snap judgments and intuition in decision making (Blink: The Power of Thinking Without Thinking) and the qualities that set high achievers apart from the rest of us (Outliers: The Story of Success). Readers love these intriguing reads for their clear, accessible language and illustrations drawn from real life; but it is the business community, always anxious to spot the next big thing, that has recognized the relevance of Gladwell's ideas to sales, marketing, and public relations. As a result of his popularity with this group, he has become a much-in-demand public speaker.

Hometown:

New York, NY

Date of Birth:

September 3, 1963

Place of Birth:

England, U.K.

Education:

University of Toronto, History degree, 1984
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