ESILIO
SORELLA ANNA
Chiama chiama—ed alcun non le risponde—
la Donna prigioniera nella Trappa:
dello spiraglio ai ferri ella s’aggrappa,
livida tra le sparse ciocche bionde:
notte e giorno, alba e vespro, estate e inverno,
chiama ed attende, chiama e spera, chiama
e piange:—taglia l’aria come lama
lo stridor vano del singhiozzo eterno.
*
«Sorella Anna, tu che insonne vegli
sulla torre più alta, e conti gli astri
e le nuvole in cielo, e i vïolastri
veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli:
se è ver che la Speranza t’assomiglia
e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero,
mira se lungi appaia un cavaliero
lanciato a corsa su disciolta briglia.
Forse or non è che un punto all’orizzonte,
solo un punto: e convien, sì, ch’ei galoppi!...
Ma è lui: verrà: l’attendo ormai da troppi
anni: verrà dal mare, o pur dal monte.
La prigion che mi serra ha sette porte,
ognuna è chiusa a sette catenacci:
Sorella Anna che lassù t’affacci,
prima ch’ei venga, ahimè, verrà la morte!
Se tu mi chiami, forse io non ti sento,
sì concitato è il rombo delle vene.
Polsi pieni di battiti, più lene
segnate, in grazia, il ritmo del tormento!
S’io mi conficco l’unghie dentro il palmo,
mi placo.... Come, là in un canto, il viscido
e cauto ragno a sè tessendo i lisci
cerchi della sua tela appar sì calmo,
io la mia tesserò, con passïone
tenace, con fibrille del mio cuore,
con sogni e sogni: e per eluder l’ore
io farò del mio pianto una canzone....
Ma ten prego, se avvien che alcun tu scorga,
agita il velo, gridagli che sproni
la corsa a volo, pria ch’io m’abbandoni,
soffocata dal sangue che s’ingorga!...»
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Chiama chiama—ed alcun non le risponde—
la Donna prigioniera nella Trappa:
dello spiraglio ai ferri ella s’aggrappa,
livida tra le sparse ciocche bionde:
notte e giorno, alba e vespro, estate e inverno,
chiama ed attende, chiama e spera, chiama
e piange:—taglia l’aria come lama
lo stridor vano del singhiozzo eterno.
*
«Sorella Anna, tu che insonne vegli
sulla torre più alta, e conti gli astri
e le nuvole in cielo, e i vïolastri
veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli:
se è ver che la Speranza t’assomiglia
e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero,
mira se lungi appaia un cavaliero
lanciato a corsa su disciolta briglia.
Forse or non è che un punto all’orizzonte,
solo un punto: e convien, sì, ch’ei galoppi!...
Ma è lui: verrà: l’attendo ormai da troppi
anni: verrà dal mare, o pur dal monte.
La prigion che mi serra ha sette porte,
ognuna è chiusa a sette catenacci:
Sorella Anna che lassù t’affacci,
prima ch’ei venga, ahimè, verrà la morte!
Se tu mi chiami, forse io non ti sento,
sì concitato è il rombo delle vene.
Polsi pieni di battiti, più lene
segnate, in grazia, il ritmo del tormento!
S’io mi conficco l’unghie dentro il palmo,
mi placo.... Come, là in un canto, il viscido
e cauto ragno a sè tessendo i lisci
cerchi della sua tela appar sì calmo,
io la mia tesserò, con passïone
tenace, con fibrille del mio cuore,
con sogni e sogni: e per eluder l’ore
io farò del mio pianto una canzone....
Ma ten prego, se avvien che alcun tu scorga,
agita il velo, gridagli che sproni
la corsa a volo, pria ch’io m’abbandoni,
soffocata dal sangue che s’ingorga!...»
ESILIO
SORELLA ANNA
Chiama chiama—ed alcun non le risponde—
la Donna prigioniera nella Trappa:
dello spiraglio ai ferri ella s’aggrappa,
livida tra le sparse ciocche bionde:
notte e giorno, alba e vespro, estate e inverno,
chiama ed attende, chiama e spera, chiama
e piange:—taglia l’aria come lama
lo stridor vano del singhiozzo eterno.
*
«Sorella Anna, tu che insonne vegli
sulla torre più alta, e conti gli astri
e le nuvole in cielo, e i vïolastri
veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli:
se è ver che la Speranza t’assomiglia
e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero,
mira se lungi appaia un cavaliero
lanciato a corsa su disciolta briglia.
Forse or non è che un punto all’orizzonte,
solo un punto: e convien, sì, ch’ei galoppi!...
Ma è lui: verrà: l’attendo ormai da troppi
anni: verrà dal mare, o pur dal monte.
La prigion che mi serra ha sette porte,
ognuna è chiusa a sette catenacci:
Sorella Anna che lassù t’affacci,
prima ch’ei venga, ahimè, verrà la morte!
Se tu mi chiami, forse io non ti sento,
sì concitato è il rombo delle vene.
Polsi pieni di battiti, più lene
segnate, in grazia, il ritmo del tormento!
S’io mi conficco l’unghie dentro il palmo,
mi placo.... Come, là in un canto, il viscido
e cauto ragno a sè tessendo i lisci
cerchi della sua tela appar sì calmo,
io la mia tesserò, con passïone
tenace, con fibrille del mio cuore,
con sogni e sogni: e per eluder l’ore
io farò del mio pianto una canzone....
Ma ten prego, se avvien che alcun tu scorga,
agita il velo, gridagli che sproni
la corsa a volo, pria ch’io m’abbandoni,
soffocata dal sangue che s’ingorga!...»
Chiama chiama—ed alcun non le risponde—
la Donna prigioniera nella Trappa:
dello spiraglio ai ferri ella s’aggrappa,
livida tra le sparse ciocche bionde:
notte e giorno, alba e vespro, estate e inverno,
chiama ed attende, chiama e spera, chiama
e piange:—taglia l’aria come lama
lo stridor vano del singhiozzo eterno.
*
«Sorella Anna, tu che insonne vegli
sulla torre più alta, e conti gli astri
e le nuvole in cielo, e i vïolastri
veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli:
se è ver che la Speranza t’assomiglia
e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero,
mira se lungi appaia un cavaliero
lanciato a corsa su disciolta briglia.
Forse or non è che un punto all’orizzonte,
solo un punto: e convien, sì, ch’ei galoppi!...
Ma è lui: verrà: l’attendo ormai da troppi
anni: verrà dal mare, o pur dal monte.
La prigion che mi serra ha sette porte,
ognuna è chiusa a sette catenacci:
Sorella Anna che lassù t’affacci,
prima ch’ei venga, ahimè, verrà la morte!
Se tu mi chiami, forse io non ti sento,
sì concitato è il rombo delle vene.
Polsi pieni di battiti, più lene
segnate, in grazia, il ritmo del tormento!
S’io mi conficco l’unghie dentro il palmo,
mi placo.... Come, là in un canto, il viscido
e cauto ragno a sè tessendo i lisci
cerchi della sua tela appar sì calmo,
io la mia tesserò, con passïone
tenace, con fibrille del mio cuore,
con sogni e sogni: e per eluder l’ore
io farò del mio pianto una canzone....
Ma ten prego, se avvien che alcun tu scorga,
agita il velo, gridagli che sproni
la corsa a volo, pria ch’io m’abbandoni,
soffocata dal sangue che s’ingorga!...»
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Product Details
BN ID: | 2940013157972 |
---|---|
Publisher: | SAP |
Publication date: | 07/30/2011 |
Sold by: | Barnes & Noble |
Format: | eBook |
File size: | 58 KB |
Language: | Italian |
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