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Overview
Product Details
ISBN-13: | 9780486120300 |
---|---|
Publisher: | Dover Publications |
Publication date: | 08/23/2012 |
Series: | Primary Source Readers Focus on |
Sold by: | Barnes & Noble |
Format: | eBook |
Pages: | 368 |
File size: | 2 MB |
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Italian Stories/Novelle Italiane
A Dual-Language Book
By Robert A. Hall Jr.
Dover Publications, Inc.
Copyright © 2000 Dover Publications, Inc.All rights reserved.
ISBN: 978-0-486-12030-0
CHAPTER 1
IL DECAMERONE GIORNATA OTTAVA, NOVELLA TERZA
di Giovanni Boccaccio
Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l'elitropia, e Calandrino la si crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia ed egli turbato la batte, ed a' suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui.
* * *
Finita la novella di Panfilo, della quale le donne avevan tanto riso che ancora ridono, la reina ad Elissa commise che seguitasse; la quale, ancora ridendo, incominciò:
Io non so, piacevoli donne, se egli mi se verrà fatto di farvi con una mia novelletta non men vera che piacevole tanto ridere quanto ha fatto Panfilo con la sua, ma me ne 'ngegnerò.
Nella nostra città, la qual sempre di varie maniere e di nuove genti è stata abbondevole, fu, ancora non è gran tempo, un dipintore chiamato Calandrino, uom semplice e di nuovi costumi, il quale il più del tempo con due altri dipintori usava, chiamati l'un Bruno e l'altro Buffalmacco, uomini sollazzevoli molto, ma per altro avveduti e sagaci, li quali con Calandrino usavan per ciò che de' modi suoi e della sua simplicità sovente gran festa prendevano. Era similmente allora in Firenze un giovane di maravigliosa piacevolezza, in ciascuna cosa che far voleva astuto ed avvenevole, chiamato Maso del Saggio, il quale, udendo alcune cose della semplicità di Calandrino, propose di voler prender diletto de' fatti suoi col fargli alcuna beffa o fargli credere alcuna nuova cosa. Per ventura trovandolo un dì nella chiesa di San Giovanni e veggendolo stare attento a riguardare le dipinture e gl'intagli del tabernaculo il quale è sopra l'altare della detta chiesa, non molto tempo davanti postovi, pensò essergli dato luogo e tempo alla sua intenzione. Ed informato un suo compagno di ciò che fare intendeva, insieme s'accostarono là dove Calandrino solo si sedeva. Faccendo vista di non vederlo, insieme incominciarono a ragionare delle vertù di diverse pietre, delle quali Maso così efficacemente parlava come se stato fosse un solenne e gran lapidario; a' quali ragionamenti Calandrino posto orecchi, e dopo alquanto levatosi in piè, sentendo che non era credenza, si congiunse con loro, il che forte piacque a Maso. Il quale, seguendo le sue parole, fu da Calandrin domandato dove queste pietre così virtuose si trovassero.
Maso rispose che le più si trovavano in Berlinzone, terra de' baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce, ed avevavisi una oca a denaio ed un papero giunta, ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevano che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva; ed ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d'acqua.
—Oh!—disse Calandrino—cotesto è buon paese; ma dimmi, che si fa de' capponi che cuocon coloro?
Rispose Maso:
—Mangianglisi i baschi tutti.
Disse allora Calandrino:
—Fostivi tu mai?
A cui Maso rispose:
—Di' tu se io vi fu' mai? Sí, vi sono stato così una volta come mille!
Disse allora Calandrino:
—E quante miglia ci ha?
Maso rispose:
—Haccene più di millanta, che tutta notte canta.
Disse Calandrino:
—Adunque dee egli essere più là che Abruzzi.
—Sí bene,—rispose Maso—si è cavelle.
Calandrino semplice, veggendo Maso dir queste parole con un viso fermo e senza ridere, quella fede vi dava che dar si può a qualunque verità è più manifesta, e così l'aveva per vere; e disse:
—Troppo c'è di lungi a' fatti miei; ma se più presso ci fosse, ben ti dico che io vi verrei una volta con essoteco pur per veder fare il tomo a que' maccheroni e tôrmene una satolla. Ma dimmi, che lieto sii tu: in queste contrade non se ne truova niuna di queste pietre sì virtuose?
A cui Maso rispose:
—Sí, due maniere di pietre ci si truovano di grandissima vertù. L'una sono i macigni da Settignano e da Montisci, per vertù de' quali, quando son macine fatti, se ne fa la farina, e per ciò si dice egli in que' paesi di là che da Dio vengon le grazie e da Montisci le macine; ma ècci di questi macigni sì gran quantità, che appo noi è poco prezzata, come appo loro gli smeraldi, de' quali v'ha maggior montagne che Montemorello, che rilucon di mezzanotte vatti con Dio; e sappi che chi facesse le macine belle e fatte legare in anella prima che elle si forassero, e portassele al soldano, n'avrebbe ciò che volesse. L'altra maniera si è una pietra, la quale noi altri lapidari appelliamo elitropia, pietra di troppo gran vertù, per ciò che qualunque persona la porta sopra di sé, mentre la tiene, non è da alcuna altra persona veduto dove non è.
Allora Calandrin disse:
—Gran vertù son queste; ma questa seconda dove si truova?
A cui Maso rispose che nel Mugnone se ne solevan trovare.
Disse Calandrino:
—Di che grossezza è questa pietra o che colore è il suo? Rispose Maso:
—Ella è di varie grossezze, ché alcuna n'è più, alcuna meno; ma tutte son di colore quasi come nero.
Calandrino, avendo tutte queste cose seco notate, fatto sembianti d'avere altro a fare, si partì da Maso, e seco propose di volere cercare di questa pietra; ma diliberò di non volerlo fare senza saputa di Bruno e di Buffalmacco, li quali spezialissimamente amava. Diessi adunque a cercar di costoro, acciò che senza indugio e prima che alcuno altro n'andassero a cercare, e tutto il rimanente di quella mattina consumò in cercargli. Ultimamente, essendo già l'ora della nona passata, ricordandosi egli che essi lavoravano nel monistero delle donne di Faenza, quantunque il caldo fosse grandissimo, lasciata ogni altra sua faccenda, quasi correndo n'andò a costoro, e chiamatigli, così disse loro:
—Compagni, quando voi vogliate credermi, noi possiamo divenire i più ricchi uomini di Firenze, per ciò che io ho inteso da uomo degno di fede che in Mugnone si truova una pietra, la qual chi la porta sopra non è veduto da niuna altra persona; per che a me parrebbe che noi senza alcuno indugio, prima che altra persona v'andasse, v'andassimo a cercare. Noi la troverem per certo, per ciò che io la conosco; e trovata che noi l'avremo, che avrem noi a fare altro se non mettercela nella scarsella ed andare alle tavole de' cambiatori, le quali sapete che stanno sempre cariche di grossi e di fiorini, e tôrcene quanti noi ne vorremo? Niuno ci vedrà; e così potremo arricchire subitamente, senza avere tuttodì a schiccherare le mura a modo che fa la lumaca.
Bruno e Buffalmacco, udendo costui, fra sé medesimi cominciarono a ridere; e guatando l'un verso l'altro, fecer sembianti di maravigliarsi forte e lodarono il consiglio di Calandrino; ma domandò Buffalmacco come questa pietra avesse nome. A Calandrino, che era di grossa pasta, era già il nome uscito di mente; per che egli rispose:
—Che abbiam noi a far del nome, poi che noi sappiamo la vertù? A me parrebbe che noi andassimo a cercare senza star più.
—Or ben,—disse Bruno—come è ella fatta?
Calandrino disse:
—Egli ne son d'ogni fatta, ma tutte son quasi nere; per che a me pare che noi abbiamo a ricogliere tutte quelle che noi vedrem nere, tanto che noi ci abbattiamo ad essa; e per ciò non perdiam tempo, andiamo.
A cui Bruno disse:
—Or t'aspetta.
E vòlto a Buffalmacco, disse:
—A me pare che Calandrino dica bene; ma non mi pare che questa sia ora da ciò, per ciò che il sole è alto e dà per lo Mugnone entro ed ha tutte le pietre rasciutte; per che tali paion testé bianche, delle pietre che vi sono, che la mattina, anzi che il sole l'abbia rasciutte, paion nere. Ed oltre a ciò, molta gente per diverse cagioni è oggi, che è dì da lavorare, per lo Mugnone, li quali, veggendoci, si potrebbono indovinare quello che noi andassimo faccendo e forse farlo essi altressì; e potrebbe venire alle mani a loro, e noi avremmo perduto il trotto per l'ambiadura. A me pare, se pare a voi, che questa sia opera da dover far da mattina, che si conoscon meglio le nere dalle bianche, ed in dì di festa, che non vi sarà persona che ci veggia.
Buffalmacco lodò il consiglio di Bruno, e Calandrino vi s'accordò, ed ordinarono che la domenica mattina vegnente tutti e tre fossero insieme a cercar di questa pietra; ma sopra ogni altra cosa gli pregò Calandrino che essi non dovesser questa cosa con persona del mondo ragionare, per ciò che a lui era stata posta in credenza. E ragionato questo, disse loro ciò che udito avea della contrada di Bengodi, con saramenti affermando che così era. Partito Calandrino da loro, essi quello che intorno a questo avessero a fare ordinarono fra sé medesimi.
THE DECAMERON EIGHTH DAY, THIRD STORY
by Giovanni Boccaccio
Calandrino, Bruno and Buffalmacco go down the Mugnone looking for the helitropia stone, and Calandrino thinks he has found it; he goes back home laden down with stones; his wife scolds him and he, being angered, beats her, and tells his companions what they know better than he does.
* * *
When Panfilo's story was finished (at which the ladies had laughed so hard that they are still laughing), the queen commanded Elissa to continue; the latter, still laughing, began:
I do not know, charming ladies, whether I shall be able, with a little story of mine, no less true than pleasing, to make you laugh as much as Panfilo has with his, but I shall try.
In our city, which has always been well supplied with sundry customs and strange people, there was, not long ago, a painter named Calandrino, a man of simple and naïve behavior, who for the greater part of the time kept company with two other painters; one of these was named Bruno and the other Buffalmacco—men who were very humorous, but also shrewd and clever—who kept company with Calandrino because they often made very merry over his ways and his naïveté. There was also in Florence at that time a young man of remarkable cheerfulness, and clever and graceful in everything he wished to do, named Maso del Saggio, who, on hearing something about Calandrino's naïveté, resolved to make merry at his expense by playing some joke on him or persuading him of some strange thing; and finding him one day by chance in the church of St. John and seeing him intent on looking at the paintings and the carvings of the tabernacle which is on the altar of the aforesaid church, standing in front of it for a short time, he decided that the time and place for his intention had come. And, having told a friend of his what he intended to do, together they approached where Calandrino was sitting alone. Pretending not to see him, they started to talk to each other about the magic powers of various stones, about which Maso talked as knowingly as if he had been a great and impressive lapidary. Calandrino, on hearing this discussion, and standing up after a while, hearing that it was not confidential, joined them, which pleased Maso greatly. The latter, continuing to talk, was asked by Calandrino where stones with such powerful magic as these were to be found.
Maso answered that most of them were to be found in Berlinzone, the country of the Basques, in a region called Bengodi, in which the vines are tied up with sausages, and there was a goose that lays money and a gander too, and there was a mountain made wholly of grated Parmesan cheese on which were people who did nothing but make macaroni and ravioli, and boil them in chicken broth and throw them down, and everyone took as much as he could; and nearby there ran a stream of white wine, of the best that was ever drunk, without a drop of water in it.
"Oh!" said Calandrino, "that is a good country; but tell me, what do they do with the chickens that those people cook?"
Maso answered:
"The Basques eat them all up."
Calandrino then said:
"Were you ever there?"
To which Maso answered: "Do you ask if I was ever there? Yes, if I've been there once I've been there a thousand times!"
Then Calandrino said:
"And how many miles away is it?"
Maso answered:
"Thousands and thousands of miles."
Calandrino said: "Then it must be farther away than the Abruzzi."
"Yes indeed," answered Maso, "it is quite a bit."
Calandrino, the naïve man, seeing that Maso said these words with a straight face and without laughing, believed them as one believes the most obvious truth, and therefore considered them true; and said:
"It is too far off for my means; but if it were nearer, I can tell you that I would go there once with you just to see those macaroni tumble down and to eat my fill of them. But tell me, bless you: in these parts are there none of these stones which are so powerful?"
To which Maso answered: "Yes, there are two kinds of stones of very great power. One kind is the boulders of Settignano and of Montisci, by means of which, when they are made into millstones, flour is made, and therefore in those countries out there it is said that blessings come from God and millstones from Montisci. But there is such a great quantity of those boulders that they are, with us, held in low esteem, just as emeralds are with them, of which there are greater mountains than Montemorello, which shine brightly at midnight. And know you, that anyone who would have millstones in finished shape tied up in rings before they were pierced, and took them to the Sultan, could get anything he wanted for them. The other kind is a stone, which we lapidaries call helitropia—a stone of very great power, because anyone who has it on his person, while he has it, is not seen by anyone where he is not."
Then Calandrino said:
"These are great powers; but where is this second kind of stone to be found?"
To which Maso answered that they were usually found in the Mugnone.
Calandrino said:
"Of what size is this stone and of what color?"
Maso answered:
"It is of various sizes, some larger, some smaller; but all are of a color almost like black."
Calandrino, taking note of all these things, and making believe that he had other matters to tend to, took leave of Maso, and decided to go and look for this stone; but he resolved not to do it without the knowledge of Bruno and Buffalmacco, of whom he was particularly fond. He therefore started to look for them, so that they could go searching without further ado and before anyone else, and he used up all the rest of that morning in looking for them. Finally, when it was after three P.M., remembering that they were working at the Faenza convent, although the heat was very great, leaving all other tasks aside, he went to them almost on the run, and calling them, said to them:
"Friends, if you will believe me, we can become the richest men in Florence, because I have heard from a trustworthy man that in the Mugnone there is a stone whose bearer is not seen by any other person; for which reason it would seem to me that we should go to look for it without any delay, before anyone else goes. We shall certainly find it, because I know it; and when we have found it, what else need we do but put it in our pocket and go to the money-changers' tables, which you know are always laden with 'grossi' and florins, and take as many as we want of them? No one will see us; and thus we can get rich quickly, without having to make tracks on walls like snails all day long."
Bruno and Buffalmacco, on hearing him, started to laugh to themselves; and looking the one at the other, they made as if they were greatly amazed and praised Calandrino's plan; but Buffalmacco asked what was the name of this stone. Calandrino, who was slow on the uptake, had already forgotten the name; wherefore he answered, "What do we
care about the name, since we know its power? To me it would seem that we ought to go and look without waiting any longer."
"Well," said Bruno, "what is it like?"
Calandrino said:
"There are all kinds of them, but all are almost black; therefore it seems to me that we ought to collect all those which we see are black, until we come upon it; and therefore let's not lose any time, let's go."
To which Bruno said:
"Now wait."
And turning to Buffalmacco, he said: "It seems to me that Calandrino speaks well; but it does not seem to me that this is the time for it now, because the sun is high and is shining on the Mugnone and has dried out all the stones, so that some of the stones which are there will now seem white, whereas in the morning, before the sun has dried them, they seem black. And furthermore, there are many people out today along the Mugnone—for various reasons, because today is a working day—who, on seeing us, might guess what we were about and might perhaps do likewise; and it might fall into their hands, and we would have lost out through being in too much of a hurry. It seems to me, if you agree, that this is a job to be done in the morning, when the black stones can be distinguished more easily from the white ones, and on a holiday, when there will be no one to see us."
Buffalmacco praised Bruno's opinion, and Calandrino agreed, and they arranged that on the following Sunday morning, all three together would go to look for this stone; but Calandrino begged them above all else not to speak of this to anyone in the world, because it had been given to him in confidence. And having said this, he told them what he had heard about the region of Bengodi, swearing with oaths that it was so. When Calandrino had left them, they arranged between them what was to be done in this matter.
(Continues...)
Excerpted from Italian Stories/Novelle Italiane by Robert A. Hall Jr.. Copyright © 2000 Dover Publications, Inc.. Excerpted by permission of Dover Publications, Inc..
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Table of Contents
FOREWORDGIOVANNI BOCCACCIO
"Il Decamerone: Giornata Ottava, Novella Terza "
"The Decameron: Eighth Day, Third Story "
NICCOLÒ MACHIAVELLI
Belfagor; Novella del demonio che prese moglie
Belfagor; Story of the Devil Who Took a Wife
MATTEO BANDELLO
Madonna Zilia
Madonna Zilia
GIOVANNI VERGA
Rosso Malpelo
Rosso Malpelo
ANTONIO FOGAZZARO
Un' idea di Ermes Torranza
An Idea of Hermes Torranza
RENATO FUCINI
La Fonte de Pietrarsa
The Fountain of Pietrarsa
GABRIELE D'ANNUNZIO
Gli Idolatri
The Idolaters
LUIGI PIRANDELLO
Marsina stretta
The Tight Frock-Coat
ALDO PALAZZESCHI
Bistino e il signor marchese
Bistino and the Marquis
CORRADO ALVARO
I Giocàttoli Rotti
The Broken Toys
ALBERTO MORAVIA
La Concorrenza
Competition
NOTES
QUESTIONNAIRE
VOCABULARY