Psicopillole: Per un uso etico e strategico dei farmaci
La vita umana è fatta di alti e bassi, di piaceri e dolori, e “normalità” non è sinonimo di felicità costante. È quindi legittimo chiedersi se sia proprio necessario interpretare ogni sofferenza o difficoltà nei termini di un disturbo psicologico. I manuali diagnostici che classificano le patologie mentali hanno conosciuto, soprattutto a partire dalla sua ultima versione (il DSM-5), un tale ampliamento delle proprie categorie da comprendere quasi ogni genere di disagio. Il lutto per una morte può venire scambiato per depressione, l’agitazione di un bambino diventa sindrome da deficit di attenzione e, sebbene disturbi come l’insonnia non siano paragonabili alle psicosi, pare esserci una medicina per tutti. Così i trattamenti di tipo farmacologico conoscono sempre maggiore successo, per la gioia delle industrie farmaceutiche che investono nel marketing per aumentare le proprie vendite. Gli interessi economici non sono infatti di poco conto, se si considerano i numeri dei potenziali pazienti. Tutto ciò ha incentivato la tendenza odierna a prescrivere gli psicofarmaci con estrema facilità, anche da parte di medici non specializzati in psichiatria. Ma gli psicofarmaci non sempre servono, spesso sono anzi dannosi, in ogni caso bisogna conoscerli e somministrarli con cautela visti i considerevoli effetti collaterali. Potrebbe invece dimostrarsi più utile una psicoterapia, con ricorso ai farmaci solo quando indispensabili e dietro attento controllo medico specialistico. Nel campo della psiche è comunque sempre fondamentale adattare il trattamento al tipo di problema presentato –di carattere biologico oppure psicologico, relazionale, familiare, sociale – in modo da agire allo stesso livello, secondo l’antico principio che “le cose simili sono curate dalle cose simili”.
 
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Psicopillole: Per un uso etico e strategico dei farmaci
La vita umana è fatta di alti e bassi, di piaceri e dolori, e “normalità” non è sinonimo di felicità costante. È quindi legittimo chiedersi se sia proprio necessario interpretare ogni sofferenza o difficoltà nei termini di un disturbo psicologico. I manuali diagnostici che classificano le patologie mentali hanno conosciuto, soprattutto a partire dalla sua ultima versione (il DSM-5), un tale ampliamento delle proprie categorie da comprendere quasi ogni genere di disagio. Il lutto per una morte può venire scambiato per depressione, l’agitazione di un bambino diventa sindrome da deficit di attenzione e, sebbene disturbi come l’insonnia non siano paragonabili alle psicosi, pare esserci una medicina per tutti. Così i trattamenti di tipo farmacologico conoscono sempre maggiore successo, per la gioia delle industrie farmaceutiche che investono nel marketing per aumentare le proprie vendite. Gli interessi economici non sono infatti di poco conto, se si considerano i numeri dei potenziali pazienti. Tutto ciò ha incentivato la tendenza odierna a prescrivere gli psicofarmaci con estrema facilità, anche da parte di medici non specializzati in psichiatria. Ma gli psicofarmaci non sempre servono, spesso sono anzi dannosi, in ogni caso bisogna conoscerli e somministrarli con cautela visti i considerevoli effetti collaterali. Potrebbe invece dimostrarsi più utile una psicoterapia, con ricorso ai farmaci solo quando indispensabili e dietro attento controllo medico specialistico. Nel campo della psiche è comunque sempre fondamentale adattare il trattamento al tipo di problema presentato –di carattere biologico oppure psicologico, relazionale, familiare, sociale – in modo da agire allo stesso livello, secondo l’antico principio che “le cose simili sono curate dalle cose simili”.
 
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La vita umana è fatta di alti e bassi, di piaceri e dolori, e “normalità” non è sinonimo di felicità costante. È quindi legittimo chiedersi se sia proprio necessario interpretare ogni sofferenza o difficoltà nei termini di un disturbo psicologico. I manuali diagnostici che classificano le patologie mentali hanno conosciuto, soprattutto a partire dalla sua ultima versione (il DSM-5), un tale ampliamento delle proprie categorie da comprendere quasi ogni genere di disagio. Il lutto per una morte può venire scambiato per depressione, l’agitazione di un bambino diventa sindrome da deficit di attenzione e, sebbene disturbi come l’insonnia non siano paragonabili alle psicosi, pare esserci una medicina per tutti. Così i trattamenti di tipo farmacologico conoscono sempre maggiore successo, per la gioia delle industrie farmaceutiche che investono nel marketing per aumentare le proprie vendite. Gli interessi economici non sono infatti di poco conto, se si considerano i numeri dei potenziali pazienti. Tutto ciò ha incentivato la tendenza odierna a prescrivere gli psicofarmaci con estrema facilità, anche da parte di medici non specializzati in psichiatria. Ma gli psicofarmaci non sempre servono, spesso sono anzi dannosi, in ogni caso bisogna conoscerli e somministrarli con cautela visti i considerevoli effetti collaterali. Potrebbe invece dimostrarsi più utile una psicoterapia, con ricorso ai farmaci solo quando indispensabili e dietro attento controllo medico specialistico. Nel campo della psiche è comunque sempre fondamentale adattare il trattamento al tipo di problema presentato –di carattere biologico oppure psicologico, relazionale, familiare, sociale – in modo da agire allo stesso livello, secondo l’antico principio che “le cose simili sono curate dalle cose simili”.
 

Product Details

ISBN-13: 9788868338114
Publisher: Ponte alle Grazie
Publication date: 08/31/2017
Sold by: GeMS
Format: eBook
Pages: 254
File size: 346 KB
Language: Italian

About the Author

Roberta Milanese is a psychologist and psychotherapist. She is a researcher at Giorgio Nardone’s Centro di Terapia Strategica (Centre for Strategic Therapy) in Arezzo. Milanese also teaches at the Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica (School for Specialisation in Brief Strategic Psychotherapy). She is responsible of the affiliated centre for Strategic Therapy in Milan where she practices psychotherapy, consultations and coaching, and of the Scuola di Comunicazione e Problem Solving Strategico (School of Communication and Strategic Problem Solving) in Milan. She teaches clinical and organisational Masters’ degrees in Italy and abroad. She has published Le prigioni del cibo (Food Prisons) with G. Nardone and Verbitz; La terapia dell’azienda malata (The Therapy of the Sick Company) with Nardone, Mariotti and Fiorenza; Cambiare il passato (Changing the Past) with Cagnoni; L’Azienda Vincente (The Winning Company) with M.C. Nardone and Prato Previde; Il Tocco, Il Rimedio, La Parola (Touch, Remedy, Words) with S. Milanese.
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