Sullo zero
In ogni esistenza umana c’è un attimo preciso in cui – all’improvviso, a tradimento – percepiamo la distanza tra «quella cosa enorme che è la vita» e quell’altra cosa, «balorda, del tutto casuale, dell’essere vivi». È un’illuminazione nella miseria, uno spavento stretto e traballante come un ponte di corde che per un momento si tende sull’abisso tra le due sponde: di qua c’è un uomo solo, uno con tanti pensieri in testa e tante esperienze in corpo, pesi che di colpo appaiono inutili, un patrimonio che separa – e di là c’è qualcosa che somiglia a un respiro profondo, al vento che muove le cime degli alberi e cambia la forma delle nuvole, che unisce dentro una misura misteriosa le ombre e le luci dell’essere. È il sentimento della morte, probabilmente, a invitarci su quella passerella scricchiolante per arrivare di là, dove ciò che nasce ha un senso come ciò che svanisce, e dove forse non ci sarà più quell’angoscia di percepirsi separati e assurdi come una cosa gettata nel mare. «La faccenda della morte / comunque / è cominciata troppo presto» scrive Giulio Casale in questo suo libro di poesie che sono piccoli passi sullo strapiombo, parole che sono esse stesse le corde e le tavole dondolanti nel vento. (dall’introduzione di Marco Lodoli)
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Sullo zero
In ogni esistenza umana c’è un attimo preciso in cui – all’improvviso, a tradimento – percepiamo la distanza tra «quella cosa enorme che è la vita» e quell’altra cosa, «balorda, del tutto casuale, dell’essere vivi». È un’illuminazione nella miseria, uno spavento stretto e traballante come un ponte di corde che per un momento si tende sull’abisso tra le due sponde: di qua c’è un uomo solo, uno con tanti pensieri in testa e tante esperienze in corpo, pesi che di colpo appaiono inutili, un patrimonio che separa – e di là c’è qualcosa che somiglia a un respiro profondo, al vento che muove le cime degli alberi e cambia la forma delle nuvole, che unisce dentro una misura misteriosa le ombre e le luci dell’essere. È il sentimento della morte, probabilmente, a invitarci su quella passerella scricchiolante per arrivare di là, dove ciò che nasce ha un senso come ciò che svanisce, e dove forse non ci sarà più quell’angoscia di percepirsi separati e assurdi come una cosa gettata nel mare. «La faccenda della morte / comunque / è cominciata troppo presto» scrive Giulio Casale in questo suo libro di poesie che sono piccoli passi sullo strapiombo, parole che sono esse stesse le corde e le tavole dondolanti nel vento. (dall’introduzione di Marco Lodoli)
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by Giulio Casale
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Overview

In ogni esistenza umana c’è un attimo preciso in cui – all’improvviso, a tradimento – percepiamo la distanza tra «quella cosa enorme che è la vita» e quell’altra cosa, «balorda, del tutto casuale, dell’essere vivi». È un’illuminazione nella miseria, uno spavento stretto e traballante come un ponte di corde che per un momento si tende sull’abisso tra le due sponde: di qua c’è un uomo solo, uno con tanti pensieri in testa e tante esperienze in corpo, pesi che di colpo appaiono inutili, un patrimonio che separa – e di là c’è qualcosa che somiglia a un respiro profondo, al vento che muove le cime degli alberi e cambia la forma delle nuvole, che unisce dentro una misura misteriosa le ombre e le luci dell’essere. È il sentimento della morte, probabilmente, a invitarci su quella passerella scricchiolante per arrivare di là, dove ciò che nasce ha un senso come ciò che svanisce, e dove forse non ci sarà più quell’angoscia di percepirsi separati e assurdi come una cosa gettata nel mare. «La faccenda della morte / comunque / è cominciata troppo presto» scrive Giulio Casale in questo suo libro di poesie che sono piccoli passi sullo strapiombo, parole che sono esse stesse le corde e le tavole dondolanti nel vento. (dall’introduzione di Marco Lodoli)

Product Details

ISBN-13: 9788898475483
Publisher: VandA ePublishing
Publication date: 02/11/2014
Sold by: eDigita
Format: eBook
Pages: 64
File size: 214 KB
Language: Italian

About the Author

Giulio Casale nasce a Treviso da famiglia milanese nel 1971. Nel '91 lascia una carriera da giocatore di basket e fonda la band Estra. Nel 2000 pubblica la prima edizione di Sullo Zero, poemetto in versi, che diventa anche un concerto-reading più avanti documentato su Cd. Con la partecipazione, nel 2004 al Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber getta le basi per il suo nuovo percorso artistico, che lo porta a pubblicare nel 2005 il miniCd da solista L’uomo col futuro di dietro. Nel 2006 pubblica Se ci fosse un uomo – gli anni affollati del Signor Gaber e riporta in scena lo spettacolo di teatro-canzone "Polli di allevamento" di Gaber e Luporini. Nel 2008 porta in scena lo spettacolo “Formidabili quegli anni” e lo stesso anno pubblica la raccolta di racconti Intanto corro (Garzanti). Nel 2009 torna a teatro con "La canzone di nanda", spettacolo basato sui diari di Nanda Pivano e nel 2010 scrive una canzone per il film di Aldo Giovanni & Giacomo, "La banda dei babbi natale". Sempre nel 2010 presenta un nuovo spettacolo "The Beat goes on". Nel 2012 è uscito Dalla parte del torto, disco di inediti che segna un ritorno al rock.
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